Itinerari Campaniani

Sulle orme di Dino Campana

Al turista che giunge a Marradi per una visita ai luoghi di Dino Campana e chiede dove ritrovare le atmosfere, le sensazioni, il colore, i suoni, gli ambienti descritti nei suoi versi, suggeriamo di seguire il percorso dei leggii che l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con il Centro Studi Campaniani, ha fatto rinnovare nella veste ed impreziosire nel contenuto, per favorire un itinerario campaniano più chiaro, gradevole e coinvolgente.

Nei leggii, disposti negli stessi punti in cui furono collocati diversi anni fa, sono riportate notizie, spiegazioni, foto e parte dei testi poetici che fanno riferimento ai ricordi, al paesaggio, agli elementi della natura, agli scenari urbani di cui Campana parla nei Canti Orfici.

Marradi, nonostante gli eventi bellici e le inevitabili modifiche del tempo, ha lo stesso sapore del passato, immutati sono rimasti i suoi emblemi: il castello, la cupola rossa con il leone, il fiume Lamone che “si snoda per la valle” e “trascorre le mura nere” del convento.

Il percorso non riguarda solo il paese, ma anche la frazione di Campigno, distante 7 km da Marradi. La località , molto cara a Campana, è ricordata nel viaggio alla Verna che il poeta compì nel 1910 e che descrisse sotto forma di diario.

In questo ambiente rimasto inalterato nei suoi aspetti naturali (le rocce, la costa “interamente alpina”, “le rive bianche”, il vento, i falchi, ecc.), Campana soggiornava a lungo rapito dal canto di un usignolo, dalle foglie “canore” dell’acacia, dai monti azzurri e dal dominio dell’acqua che “è qui veramente la regina del paesaggio”.

Luoghi prescelti per i leggii

1. Via Casa Carloni – Dino Campana, Sogno di prigione (Canti Orfici)

Ora il mio paese tra le montagne. Io al parapetto del cimitero davanti alla stazione che guardo il cammino nero delle macchine, sù, giù. Non è ancor notte; silenzio occhiuto di fuoco: le macchine mangiano rimangiano il nero silenzio nel cammino della notte. Un treno: si sgonfia arriva in silenzio, è fermo: la porpora del treno morde la notte: dal parapetto del cimitero le occhiaie rosse che si gonfiano nella notte: poi tutto, mi pare, si muta in rombo: Da un finestrino in fuga io? io ch’alzo le braccia nella luce!! (il treno mi passa sotto rombando come un demonio).

Nel dicembre 1909 Dino Campana viene rinchiuso nella prigione di Saint-Gilles a Bruixelles dove rimane per circa due mesi. Immagina di rivivere, come in un sogno, una notte a Marradi, affacciato dal parapetto del cimitero, tra le luci delle macchine e il rombo demoniaco di un treno.

 

2. Ponte sul Lamone (Via Castelnaudary) – Dino Campana, L’invetriata (Canti Orfici)

La sera fumosa d’estate
Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra
E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? – c’è
Nella stanza un odor di putredine: c’è
Nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è
Nel cuore della sera c’è
Sempre una piaga rossa languente.

Alla vostra sinistra la casa di Torquato Campana, zio del poeta. Al di là del ponte c’era un tabernacolo con l’effigie della Vergine a cui il poeta fa riferimento.

 

3. La Colombaia – Dino Campana, Marradi (da Quaderno)

Il vecchio castello che ride sereno sull’alto
La valle canora dove si snoda l’azzurro fiume
Che rotto e muggente a tratti canta epopea
E sereno riposa in larghi specchi d’azzurro:
Vita e sogno che in fondo alla mistica valle
Agitate l’anima dei secoli passati:
Ora per voi la speranza
Nell’aria ininterrottamente
Sopra l’ombra del bosco che la annega
Sale in lontano appello
Insaziabilmente
Batte al mio cuor che trema di vertigine

La lirica si apre con la descrizione della Rocca di Castiglionchio, oggi il “Castellone” , di origine altomedievale. Assieme al fiume Lamone, che scende tra le rocce e sembra cantare le imprese eroiche dei suoi abitanti, il castelllo è un elemento familiare e caratterizzante del paesaggio marradese.

 

4. Ca’ di Vigoli – Dino Campana, Immagini del viaggio e della montagna, (Canti Orfici)

Andar, de l’acque ai gorghi , per la china
Valle, nel sordo mormorar sfiorato:
Seguire un’ala stanca per la china
Valle che batte e volge: desolato
Andar per valli, in fin che in azzurrina
Serenità, dall’aspre rocce dato
Un Borgo in grigio e vario torreggiare
All’alterno pensier pare e dispare,
Sovra l’arido sogno, serenato!

Il borgo di cui parla Campana è Marradi, sereno punto di arrivo dei suoi vagabondaggi.

 

5. Passo delle Scalelle – Dino Campana, La Verna. (Diario), (Canti Orfici)

15 Settembre (per la strada di Campigno)

Tre ragazze e un ciuco per la strada mulattiera che scendono. I complimenti vivaci degli stradini che riparano la via. Il ciuco che si voltola in terra. Le risa. Le imprecazioni montanine. Le rocce e il fiume.

Il poeta inizia il suo viaggio verso la Verna nel settembre 1910, partendo da Campigno. Nell’incipit, come usasse una macchina da presa, inquadra un momento di vita che ci appare in tutta la sua vivezza.

 

6. Parrocchia Campigno – Dino Campana, La Verna. (Diario) II, 1, (Canti Orfici)

Campigno: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caos. Il tuo abitante porge la notte dell’antico animale umano nei suoi gesti. Nelle tue mosse montagne l’elemento grottesco profila: un gaglioffo, una grossa puttana fuggono sotto le nubi in corsa. E le tue rive bianche come le nubi, triangolari, curve come gonfie vele: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del Caos.

Il poeta descrive Campigno, luogo a lui caro, evidenziano gli aspetti caotici e primordiali del paesaggio. Le «mosse montagne» prendono le sembianze di figure grottesche, le pareti rocciose appaiono come vele spiegate di una nave.


Per completare l’itinerario campaniano, consigliamo poi una visita all’esterno della casa dove Campana visse (Via Pescetti, n. 1), all’edificio ove ebbe sede la tipografia Ravagli in cui campeggia una targa in ricordo della stampa dei Canti Orfici (Via Fabroni, n. 16), alla mostra permanente nella sede del Centro Studi Campaniani ricca di materiale biobibliografico e iconografico e infine al Museo di Arte contemporanea “Artisti per Dino Campana” (Via Castelnaudary, n. 7, primo piano).

 

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