La Presidente del Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini” in memoria di Franco Scalini
Primo Presidente e Socio Onorario in occasione della morte
C’è stato un tempo in cui Franco Scalini era per me, alunna della scuola media, il signor Scalini, il segretario della scuola.
La differenza di età svanì per la comune passione verso la poesia di Dino Campana, che ci avvicinò, quando divenni socia del Centro Studi Campaniani di cui lui era presidente. Lo affiancai per imparare e mentre Franco attento e preciso metteva le basi per costituire il centro di documentazione (ancora oggi unico e fondamentale), io organizzavo gli eventi. Nel 1993 lasciò l’incarico di presidente che passò a Rodolfo Ridolfi, ma volle dividere con me quello di vicepresidente che assieme abbiamo svolto sino al 2007.
Sono stati anni di intenso lavoro durante i quali ho imparato tanto da lui che teneva le fila di tutte le attività. Negli anni in cui come docente di Lettere insegnavo a Marradi nell’Istituto Comprensivo che porta il nome del poeta, non mancava di darmi tutta la sua approvazione ed anzi mi esortava a parlare di Campana ai miei alunni, perchè trovava disdicevole che i marradesi non conoscessero il loro illustre concittadino.
Discutevamo sovente di Dino, della sua vita, a volte commentavamo un verso, altre facevamo riflessioni sul suo modo di pensare. Non sempre eravamo d’accordo. Una volta per l’interpretazione di un frammento tratto dal Taccuino faentino: “ad ogni poesia fare il quadro” ricordo che arrivammo addirittura a scriverci lettere a tinte forti, tanto per stare in tema.
Dopo la morte della moglie si era ritirato in casa con la sua seconda grande passione : la botanica .
Ogni volta però che avevo bisogno di un’informazione lo chiamavo con la certezza che le sue risposte sarebbero state sempre sicure e documentate come pure i suoi consigli.
Anche recentemente l’ho chiamato al telefono, per una pubblicazione del Centro Studi che sto curando; siamo stati a parlare per un’ora. Mi ha scritto per confermare una sua testimonianza che ho utilizzato. Gli ho mandato da leggere il pezzo una volta terminato, chiedendo un suo giudizio (l’ho sempre temuto) che ho aspettato con trepidazione. Il verdetto è stato favorevole e mi sono tranquillizzata : se lo dice Franco !…
Non immaginavo che se ne sarebbe andato così repentinamente in un caldo giorno d’estate, avevo ancora tante domande da porgli, ma so che lo ha fatto come avrebbe voluto: in modo discreto, senza disturbare.
Mirna Gentilini