O
poesia poesia poesia
O poesia poesia poesia
Sorgi, sorgi,
sorgi
Su dalla febbre elettrica del selciato notturno.
Sfrenati
dalle elastiche silhouttes equivoche
Guizza nello scatto e
nell’urlo improvviso
Sopra l’anonima fucileria monotona
Delle
voci instancabili come i flutti
Stride la troia perversa al
quadrivio
Poiché l’elegantone le rubò il cagnolino
Saltella
una cocotte cavalletta
Da un marciapiede a un altro tutta verde
E scortica le mie midolla il raschio ferrigno del tram
Silenzio
– un gesto fulmineo
Ha generato una pioggia di stelle
Da un
fianco che piega e rovina sotto il colpo prestigioso
In un
mantello di sangue vellutato occhieggiante
Silenzio ancora.
Commenta secco
E sordo un revolver che annuncia
E chiude un
altro destino