In ricordo di “Come un garofano privo di radice che il “mal vento” porta dove vuole, tale era Dino Campana”. Così scriveva in un articolo del 1977 Gabriel Cacho Milett, profondo conoscitore di Dino Campana e della sua poesia.
Ora quel “mal vento” è arrivato anche per lui che se ne è andato per sempre in questo fine anno 2016.
Tutti coloro che amano Campana sanno che non si può parlare di Dino senza fare riferimento a Gabriel e viceversa, perché il poeta di Marradi, che il caso ha posto sul suo cammino, ne ha segnato l’attività di ricercatore e studioso illustre e accreditato, autore di ben otto libri oltre a vari saggi e ad un testo teatrale “Quasi un uomo” che a buon diritto lo accreditano come “biografo” di Campana.
Millet era nato in Argentina ed aveva sentito doveroso tradurre nella lingua castellana, quale giovane commediografo e poeta, “Viaje a Montevideo”, ” Pampa”, ” Buenos Aires” , pagine mirabili dei “Canti Orfici ” ; poi aveva cercato le tracce di Campana ” peá½¹n de via” nella pampa per fornire le prove del viaggio in Argentina. Non sapeva allora che da emigrante avrebbe restituito la visita al grande vagabondo, venendo a lavorare a Roma alla sezione latinoamericana dell’agenzia ANSA.
Qui riprendeva i suoi studi su Campana, approfondiva la sua prima intuizione secondo la quale il poeta, conosciuto nel mondo latinoamericano, era stato un precursore dell’intenso, fantastico,vagante delirio dei Borges e dei Garcia Marquez.
In quarant’anni di ricerche ha reperito una grande quantità di documenti, di cui molti inediti, che lo hanno sollecitato a scrivere e a seguire sempre nuove tracce:
era diventato un detective alla ricerca dei carteggi mancanti, tanto che sosteneva di avere finito per mettere Dino Campana nei suoi sogni.
La sua ultima pubblicazione è un voluminoso libro contenente il “Carteggio(1903-1931) con altre testimonianze epistolari su Dino Campana (1903-1998)” dal titolo “Lettere di un povero diavolo”. Non riteneva il suo lavoro esaustivo come si ricava dal prologo in cui sostiene : ” il poeta di Marradi, autore di un piccolo libro infinito, vi darà ancora molto filo da torcere.”
Non mancava mai di ricordare nei suoi libri la collaborazione con il Centro Studi Campaniani di Marradi che a sua volta lo teneva al corrente delle attività e telefonava spesso per informare o conoscere le nuove iniziative realizzate per Dino Campana. L’amicizia, nata nel nome di Dino, risale al lontano 31 ottobre 1976, per una giornata in omaggio al poeta, quando lui inaspettato e sconosciuto autore venne a Marradi assieme all’attore Mario Maranzana e si presentò nel cinema-teatro G. Borsi chiedendo di rappresentare in anteprima un saggio del suo lavoro teatrale “Quasi un uomo”. Bastò la sua voce con quella calda inflessione spagnola a convincere e a concordare per l’anno successivo la rappresentazione teatrale completa che si tenne nel teatro Animosi ancora in disarmo.
Piangiamo oggi la scomparsa di uno studioso serio, che tanto ha dato per fare conoscere la poesia di Campana e proviamo un profondo dolore per la scomparsa di un amico , di un appassionato ” campaniano de corazá½¹n”.
Mirna Gentilini
(Presidente Centro Studi Campaniani )
Marradi, 30/12/2016