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Commemorazione di Enrico Consolini
nel 25° anniversario della scomparsa
Come presidente del Centro Studi Campaniani, che porta il nome di Enrico Consolini, credo sia doveroso ed opportuno che il mio intervento, per commemorare l’opera di Enrico, evidenzi i suoi meriti nella divulgazione e valorizzazione della vita e dell’opera di Dino Campana e nello stesso tempo spieghi come si è giunti alla costituzione della associazione a lui dedicata.
Quando scomparve così tragicamente nel 1988, i suoi amici sentirono il desiderio di fare qualcosa per ricordarlo per sempre e con questo intento l’anno dopo la sua morte fondarono il Centro Studi Campaniani.
L’importanza di costituire un punto di raccolta di documenti dedicato a Campana era sentita da tempo.
Mi è capitato di rileggere un articolo dal titolo “Marradi e il suo poeta Dino Campana”, che scrissi nel lontano maggio 1978, ne “Il giro speciale della Romagna Toscana” supplemento al periodico ” Il Marzeno” numero unico in occasione del 61° giro d’Italia, in cui auspicavo la costituzione nel nostro paese di un Museo e di un centro di documentazione dedicato al poeta.
Anche Enrico, appassionato campaniano, pensò che fosse necessario realizzarlo, ma non ebbe il tempo per farlo.
A lui va il grande merito di avere concretizzato tutta una serie di attività per la diffusione e la conoscenza di Dino Campana, della sua vita, della sua opera e di tutte quelle “reazioni culturali”, come ebbe a scrivere, che la testimonianza artistica del poeta continua a provocare in Italia e nel mondo.
Era appunto sindaco quando l’amministrazione comunale di Marradi istituì nel 1981 il premio letterario Dino Campana, articolato in due sezioni: premio per un ‘opera di poesia e per una tesi di laurea sul poeta. La commissione giudicatrice, presieduta da Giorgio Saviane, premiò poeti diventati famosi quali Gina Lagorio, Bellezza e giovani laureati che proseguirono gli studi campaniani, pubblicando testi importanti sul poeta; ricordo ad esempio Giovanni Turchetta che scrisse una importante biografia di Campana.
In quegli anni salirono sul palcoscenico del teatro Animosi per leggere i Canti Orfici, attori famosi come Albertazzi (1981), la Proclemer(1982), la Pitagora(1983),Arnaldo Foà (1984).
Nel 1985, centenario della nascita del poeta, Enrico, allora assessore alla cultura, organizzò le celebrazioni campaniane che furono scandite da numerosi e diversificati eventi di grande interesse:
– La presentazione di libri: “La notte della cometa” di Vassali, “Souvenir deu pendu” e “Dino Campana fuorilegge” di Gabriel Cacho Millet, la biografia del poeta di Corsaro e Verdenelli.
– La proiezione del film “Inganni” di Luigi Faccini
– La ristampa dei Canti Orfici edizione Vallecchi con prefazione della prof. Ceragioli
– La realizzazione di una medaglia del centenario dello scultore Alessandro Caetani.
– L’ inaugurazione della mostra “Sensazioni orfiche” di Enrico Visani
– La performance teatrale di Ugo de Vita e il recital di Edmonda Aldini per la cerimonia del premio.
Incontrò Enrico in quegli anni personaggi famosi, come il pittore Primo Conti che conobbe Campana personalmente. Di questo incontro lasciò una testimonianza scritta che impreziosisce “Pancreas(fantasie cosmiche)”, la raccolta giovanile di scritti e poesie ristampata nel decimo anniversario della morte, con prefazione di Rodolfo Ridolfi, allora presidente del Centro Studi.
Sempre negli anni ottanta Enrico iniziò tutta una serie di pratiche per riportare le spoglie di Campana da Badia a Settimo a Marradi; individuò lo spazio nel cimitero che fece circondare da una bella cancellata in ferro, all’interno del quale, come ancora oggi possiamo vedere, fece porre il cenotafio in pietra serena e un busto del poeta realizzato dallo scultore Leonardo Poggiolini. Quando il grande evento, a cui era stato invitato a partecipare l’allora presidente della repubblica Alessandro Pertini, sembrava ormai pronto e le pratiche erano a buon punto, improvvisamente tutto questo si fermò assieme ad Enrico ,in quel tragico incidente del 1988.
E allora quale modo migliore per ricordarlo,se non legando il suo nome al poeta che lui aveva tanto amato ed onorato. Questa fu l’idea dei suoi amici e tra questi voglio ricordare Enrico Gurioli il coordinatore del progetto e l’allora sindaco Rodolfo Ridolfi . Entrambi si prodigarono per realizzare un’associazione che fu denominata Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”che doveva avere il compito precipuo di diffondere e valorizzare l’opera del poeta , proseguendo il lavoro da lui iniziato . L’atto costitutivo è del marzo 1989, quindi meno di un anno dopo la sua morte. Voglio ricordare i nomi delle persone che sottoscrissero quell’atto perché mi sembra bello e doveroso menzionare gli amici, i parenti (alcuni dei quali purtroppo non ci sono più) che vollero fargli questo dono e che dettero vita alla nostra associazione:
Bassetti Paolo in qualità di assessore al turismo del Comune, Gurioli Giuseppe, Moretti Gian Luca, Nieddu Pier Luigi, Papini Andrea, Rodinò Nicola, Scalini Franco, Somigli Nara, Tagliaferri Fiorenza, Tagliaferri Enrico, Tagliaferri Franco, Zacchini Fulvio.
Oggi, 25 settembre, noi ricordiamo il 25° della scomparsa di Enrico Consolini e il prossimo anno celebreremo il 25° della fondazione del Centro Studi assieme al centenario della stampa dei Canti Orfici. Speriamo di dare a questi anniversari il giusto rilievo con iniziative che anche lui avrebbe auspicato ed apprezzato.
Enrico rimarrà sicuramente nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto. Anch’io ho di lui un ricordo vivido e ancora ho nelle orecchie il suono della sua voce quando in una serata tra amici, recitò in un modo tutto suo una poesia di Campana che lui amava, “Poesia facile” e terminò invocando a piena voce ” O quando o quando in un mattino ardente/ L’anima mia si sveglierà nel sole/ Nel sole eterno, libera e fremente.”
Mirna Gentilini
Marradi, 25 settembre 2013